La cucina elbana racconta il forte radicamento degli isolani alla propria terra.
E, quando parliamo di terra, non intendiamo soltanto il radicamento alle proprie origini e tradizioni, ma alla terra vista come campagna da coltivare, vero e proprio mezzo di sostentamento degli isolani, soprattutto sul versante occidentale, ancora oggi più selvaggio e più geloso delle proprie tradizioni.
Certo, siamo su un’isola: anche la cucina di mare fa la sua parte, soprattutto sul versante orientale.
Comune denominatore: nessuna sofisticazione.
La cucina dell’Isola d’Elba è una cucina che punta tutto alla materia prima, alla sostanza: ingredienti locali e di stagione sono la base di partenza per una cucina solare e colorata, dal gusto inconfondibile e ricco.
Tra i piatti tipici che potresti sentir nominare, quando sei sull’Isola d’Elba, vi è senz’altro il gurguglione.
Questo piatto, apprezzatissimo dai vegetariani, è uno stufato di melanzane e peperoni: gustato freddo d’estate è gustosissimo, ma anche caldo ha il suo perché.
Pietra miliare della cucina elbana è lo stoccafisso alla riese: una zuppa di baccalà dalle indubbie origini spagnole, arricchita da essenze e profumi, come timo, aglio, nepitella e zenzero. Questo piatto può essere trovato in diverse varianti, che possono prevedere, in base al gusto di chi lo prepara, anche olive, capperi, pinoli, pomodori, peperoni verdi, basilico e cipolla.
Altro piatto di mare, emblema della gastronomia elbana, è sicuramente il cacciucco.
Non tutti sanno che questo piatto, oggi diventato un must irresistibile, per tutti gli amanti della buona cucina, era anticamente preparato per consumare il pescato invenduto. Se vuoi assaggiarlo, presso il Ristorante L’Infinito trovi una deliziosa variante senza lische.
Impossibile non menzionare, infine, i dolci tipici.
In primis, la schiaccia briaca.

Non c’è turista che prima di partire non ne acquisti almeno una. Fino a qualche decennio fa si preparava soltanto per le festività natalizie. Si tratta probabilmente di una preparazione che i marinai si portavano a bordo perché era facile da conservare nel tempo. In origine era una semplice focaccia composta da farina, frutta secca, olio d’oliva e il miele. Nel tardo Ottocento, lo zucchero divenne più a buon mercato sostituì il miele, fu “imbriacata” con il moscato e fu aggiunto l’alchermes di Firenze, il rosolio in voga in quel periodo. Furono questi nobili ingredienti aggiuntivi che la elessero a dolce delle feste.
Altro dolce, molto semplice e senza fronzoli, Il Corollo è il dolce dell’ Isola d’ Elba, che anticamente si preparava per celebrare un avvenimento o per togliersi dagli impicci, quando ci si doveva presentare a casa di qualcuno e non si voleva farlo a mani vuolte.
Insomma, il classico dolce da credenza, quello che piace a tutti, perché è semplice e buono e ricorda l’infanzia, la genuinità, il profumo inconfondibile delle cose di una volta.